Siamo nella domenica del Fariseo e del Pubblicano, all’inizio del Triodo. Queste settimane sono il periodo più intenso dell’anno in termini di preghiera. Durante queste settimane, la Chiesa ci insegna come pregare, come fare astinenza dal mangiare proteine animali, come assicurarci di non commettere errori.
Nella parabola del Fariseo e del Pubblicano, letta nel Vangelo di oggi, vediamo due modi per vivere la fede. Vediamo due diverse forme di preghiera e vediamo un’altra cosa molto importante: che il nostro Dio tiene conto dei pensieri che abbiamo. Dio considera importanti i pensieri che abbiamo. Questo sembra spaventoso perché la vita umana è piena di pensieri oscuri che spesso coprono la bontà, ed è preoccupante pensare che ogni pensiero è visto, ascoltato e sarà giudicato da Dio. Mi riferisco in particolare ai pensieri che persistono, ai pensieri che appaiono costantemente nella nostra vita, non necessariamente ai pensieri che vanno e vengono in modo veloce.
Ci sono anche alcuni pensieri che si manifestano nella mente e nell’anima dell’uomo e contro i quali l’uomo non deve lottare, ma deve solo trattarli con indifferenza, come sono i pensieri di blasfemia contro Dio e i suoi santi. Con questi pensieri, la Chiesa e tutti i Padri della Chiesa ci insegnano che non dobbiamo ascoltarli e continuare la nostra vita senza prestare loro attenzione.
Nel Vangelo di oggi vediamo un fariseo che era venuto al tempio per rendere grazie a Dio, ma che disprezzava, nella sua mente e nel suo cuore, l’altra persona, il pubblicano, cioè l’esattore delle tasse. Questo, invece, era venuto a prostrarsi nel tempio e pregava solo con molto pentimento, dicendo: “Dio, sìi misericordioso con me peccatore” – non aveva un pensiero di giudizio per nessuno, ma solo di critica verso se stesso, di rimprovero della propria coscienza. Il Salvatore Gesu Cristo ci dice che il pubblicano tornò a casa sua più perdonato del fariseo, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia, si esalta nel Signore.
Cosa vuole dirci davvero il Salvatore Gesu Cristo? Che quei pensieri malvagi radicati e costanti che a volte alimentiamo nella nostra mente diventano più importanti anche delle nostre azioni. In altre parole, nella nostra vita possiamo anche essere persone tranquille che “non fanno male a nessuno” – come si dice – ma possiamo sbagliare molto se abbiamo continui pensieri di giudizio, di orgoglio, di superiorità sugli altri. Spesso pensiamo che questo tipo di pensieri non vengano ascoltati da nessuno, che non siano notati, ma se ci avete fatto caso, spesso questi pensieri portano a vere e proprie azioni che compiamo. Per esempio, se abbiamo sempre in noi idee di orgoglio e di superiorità, queste ci suggerìscono pensieri simili a quelli del fariseo: “Io non sono peccatore come questo e quello. Io faccio delle buone azioni”. Questo col tempo ci porterà a una solitudine sempre più grande, che ci farà incorrere nelle stesse tentazioni in cui incorrono le persone che abbiamo criticato, forse anche maggiori. È una regola molto chiara: le situazioni e le azioni delle altre persone, che noi oggi giudichiamo e critichiamo, tra poco tempo, o forse tra qualche anno, capiteranno anche a noi e le proveremo noi stessi, e allora vedremo cosa siamo in grado di fare noi al posto delle persone che abbiamo giudicato. La maggior parte delle volte, falliamo questo esame e poi ci dispiace e ci rendiamo conto che non avremmo dovuto giudicare nessuno.
In questo vangelo ci viene detto innanzitutto che questo fariseo era riconoscente a Dio, lo ringraziava. Questa è una grande qualità, essere riconoscenti davanti a Dio. Quanti di noi si rivòlgono a ringraziare Dio per tutti i buoni risultati che abbiamo ottenuto nella nostra vita? Spesso attribuiamo i nostri risultati a noi stessi, siamo orgogliosi di noi stessi. Qualcuno può dire, ad esempio, di avere un buon lavoro e un nome nella società, perché fin da piccolo ha iniziato a lavorare con impegno, ha frequentato una scuola dopo l’altra, ha lavorato duramente e ha conseguìto i titoli di studio e poi, naturalmente, ha ottenuto ciò che si meritava, una bella carriera e un buon nome nella società. Ma non avrebbe ottenuto nulla di tutto questo se non fosse stato per la misericordia di Dio su di lui, che lo ha aiutato a costruire bene tutto. Oppure qualcun altro potrebbe dire che ha un corpo molto sano perché ha scoperto certe ricette per una vita sana, e che deve questa salute a lui, ma in realtà Dio è Colùi che ci dà la salute; noi esseri umani dobbiamo solo vivere la nostra vita in modo sano e naturale, come l’hanno vissuto i nostri genitori e progenitori.
Dal Vangelo di oggi capiamo che è molto importante il modo in cui veniamo in chiesa e come diamo a Dio questo tempo prezioso. Non giudichiamo durante questo periodo in cui siamo presenti alla celebrazione litùrgica. E se vengono pensieri di crìtica, di giudizio, di orgoglio, allora dobbiamo avere la capacità di riconoscerli nella nostra mente e di allontanarli immediatamente, ascoltando le parole del sacerdote, o del coro che prega, o anche di dire noi stessi una preghiera contro questi pensieri cattivi, come diceva il pubblicano: “Signore, sii misericordioso con me peccatore, non lasciare che io giudichi i miei fratelli e sorelle, perché non so come sarei senza il Tuo aiuto, se Tu togliessi la Tua mano da me”. Come ci insegna San Paolo nella sua epistola ai Corinzi: “Per grazia di Dio sono quello che sono”, cioè non sono io ad avere uno stato di pace, ma è la grazia di Dio che mi dà questa pace.
Veniamo quindi in chiesa solo per amore di Dio e per amore delle persone e adempiamo così al comandamento dell’amore datoci dal nostro Salvatore Gesù Cristo.
Che Dio ci aiuti e ci rafforzi. Amin!
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Suntem in duminica Vamesului si Fariseului, la inceputul Triodului care inseamna ca mai avem trei saptamani pregatitoare inainte de a incepe Postul Mare si alte sapte saptamani care fac parte din Postul Mare, al Pastelui. Aceste saptamani reprezinta cea mai puternica perioada din an din punct de vedere a rugaciunii. In toate aceste saptamani, Biserica ne invata cum sa ne rugam, cum sa indreptam postul nostru de la mancare, cum sa facem sa nu gresim.
Vedem in pilda vamesului si a fariseului citita in Evanghelia de astazi doua masuri ale trairii credintei. Vedem doua forme diferite de rugaciune si mai vedem un lucru extrem de important: ca Dumnezeul nostru ia seama la gandurile pe care le avem noi. Dumnezeu chiar considera importante gandurile pe care le avem noi. Acest lucru pare infricosator deoarece viata omului este plina de ganduri negre care acopera de multe ori bunatatea, iar este infricosator gandul ca fiecare gand este vazut, ascultat si va fi judecat de catre Dumnezeu. Ma refer in mod special la gandurile care staruie, la cele care apar constant in vietile noastre, nu neaparat la gandurile care vin si trec.
Exista si anumite ganduri care vin in mintea si sufletul omului cu care omul nu trebuie sa lupte, ci trebuie sa le trateze doar cu nepasare, si anume, gandurile de hula cele impotriva lui Dumnezeu si a sfintilor Sai. Cu aceste ganduri, Biserica si toti Parintii Bisericii ne invata ca nu trebuie sa le ascultam si sa ne continuam vietile noastre fara sa le dam atentie.
In aceasta Evanghelie de astazi vedem un fariseu care venise la templu sa multumeasca lui Dumnezeu dar care judeca in mintea si inima lui pe cealalta persoana, vamesul, venita sa se inchine in templu si care doar se ruga cu multa pocainta zicand: „Dumnezeule, fii milostiv mie pacatosului” – fara a avea un gand de judecata pentru nimeni ci doar mustrare de sine, mustrarea propriei constiinte. Mantuitorul ne spune ca vamesul s-a intors mai indreptat la casa lui decat fariseul, deoarece oricine se inalta pe sine se va smeri, iar oricine se smereste pe sine se va inalta intru Domnul.
Ce vrea sa ne spuna de fapt Mantuitorul? Ca aceste ganduri rele inlantuite si constante pe care le hranim uneori in mintea noastra, uneori devin mai importante chiar si decat faptele noastre. Adica, in vietile noastre putem fi niste oameni linistiti care „nu facem rau la nimeni” – cum se zice, dar care putem sa gresim foarte mult daca avem ganduri constante de judecata, de mandrie, de superioritate fata de altii. Noi de multe ori credem ca aceste tipuri de ganduri ale noastre nu sunt ascultate de nimeni, ca trec neobservate, insa daca ati observat, de multe ori aceste ganduri duc la fapte reale pe care le avem. Spre exemplu, daca avem constant ganduri de mandrie si superioritate care ne spun cum spunea acest fariseu in mintea lui: „Eu nu sunt pacatos ca acesta si acesta. Eu fac fapte bune”, atunci aceasta in timp ne va duce la o singuratate tot mai mare incat ne vom lovi de aceleasi ispite de care se lovesc oamenii pe care i-am judecat, poate chiar mai mari. Este o regula foarte clara, ceea ce judecam ca au facut altii, in scurt timp sau poate in cativa ani, vom trece si noi prin aceleasi situatii pentru a ne da proba noastra, pentru a vedea ce suntem noi in stare sa facem in locul persoanelor pe care le-am judecat. Si de cele mai multe ori, cadem la acest examen si apoi ne pare rau si ne dam seama ca nu trebuia sa fii judecat pe nimeni.
Acest fariseu din Evanghelie, ni se spune mai inainte de toate ca era multumitor lui Dumnezeu. Totusi, aceasta e o mare calitate, sa fii multumitor inaintea lui Dumnezeu. Cati dintre noi ne intoarcem sa ii multumim lui Dumnezeu pentru toate realizarile noastre bune pe care le avem in viata noastra? Noi de multe ori ne atribuim noi insusi realizarile noastre, mandrindu-ne. Cineva poate spune de pilda, ca are un serviciu bun si un nume in societate, pentru ca inca de mic copil a inceput sa lucreze din greu, ca a facut scoli peste scoli, ca a muncit mult si a obtinut diplome bune si apoi bineinteles ca a primit ceea ce merita, o cariera buna si un nume in societate. Insa nu ar fi primit nimic din toate acestea daca nu ar fi fost mila lui Dumnezeu peste el, Care l-a ajutat sa construiasca cu bine toate acestea. Sau altcineva ar putea spune ca are un corp foarte sanatos pentru ca a descoperit anumite retete de trai sanatos, si ca lui i se datoreaza aceasta sanatate, insa de fapt Dumnezeu este Cel care daruieste sanatatea noastra, noi oamenii se cuvine doar sa traim in mod firesc si natural viata noastra, asa cum au trait-o parintii si stramosii nostri.
Din Evanghelia de astazi intelegem ca e foarte important cum venim noi in biserica si cum ii daruim lui Dumnezeu acest timp pretios. Sa nu fim cu judecata in acest timp in care stam la slujba. Iar daca vin ganduri de judecata, de mandrie, atunci sa avem capacitatea de a le vedea cand se nasc in mintea noastra si imediat sa le alungam prin ascultarea cuvintelor preotului sau a corului care se roaga sau chiar sa spunem noi o rugaciune impotriva acestor ganduri rele, ca si vamesul: „Doamne, milostiv fii mie pacatosului, nu ma lasa pe mine sa ii judec pe fratii si surorile mele, pentru ca nu stiu cum as fi eu fara ajutorul Tau, daca ai lua mana Ta de la mine”. Asa cum ne indeamna si Sf. Apostol Pavel in epistola catre Corinteni sa zicem: „Prin harul lui Dumnezeu sunt ceea ce sunt”, adica nu mi se cuvine mie faptul ca am o stare de pace, ci e harul lui Dumnezeu care imi da aceasta pace. Asadar sa venim la biserica doar pentru dragoste de Dumnezeu si dragoste fata de oameni si asa sa implinim porunca iubirii data noua de Mantuitorul nostru Iisus Hristos.