Comunità Ortodossa

La relazione personale con Dio è importante

ITALIANO / ROMENO

33a domenica dopo Pentecoste – Dell’esattore delle tasse e del fariseo (Lc 18,10-14)

Siamo alla Domenica del dell’esattore delle tasse e del fariseo, la prima domenica del Triodio, il che significa che abbiamo ancora tre settimane di preparazione prima dell’inizio della Quaresima e altre sette settimane che fanno parte della Quaresima di Pasqua. Queste settimane sono il periodo più forte dell’anno in termini di preghiera. Durante queste settimane, la Chiesa ci insegna come pregare, come digiunare dal cibo, come assicurarci di non sbagliare.

Questo periodo del Triodo è il più bello del calendario liturgico, ci insegna come pregare, come rendere utile nella nostra vita questo periodo di attesa della Risurrezione del Signore. La parola Triodo deriva da queste tre domeniche che precedono l’ingresso in Quaresima: la domenica dell’esattore delle tasse e del fariseo, la domenica del figliol prodigo e la domenica del giudizio temuto. Per sentire un vero beneficio alla fine della Quaresima e ricevere veramente la gioia della Risurrezione del Signore, dobbiamo vivere le prossime dieci settimane secondo questo calendario della Chiesa.

A prima vista, il Vangelo che leggiamo oggi, la parabola dell’esattore delle tasse e del fariseo, sembra ingiusto. Non riusciamo a capire come un tale fedele come il fariseo, che sembrava essere pacifico, che sembrava pregare, che digiunava, che donava le decime alla chiesa, che si considerava giusto e corretto, non sia stato accolto da Dio come l’esattore delle tasse peccatore che pregava con grande pietà e sincerità.

Dei pubblicani sappiamo che erano persone molto colpevoli perché non arrestavano molte persone, distruggevano molte famiglie con le tasse che imponevano alla dogana, spesso in modo ingiusto. Probabilmente era il caso di questo pubblicano del Vangelo, che aveva commesso molte ingiustizie nella sua vita.

Possiamo quindi chiederci qual è la differenza tra i due? Perché è stata ascoltata la preghiera dell’esattore delle tasse piuttosto che quella del fariseo?  Una prima spiegazione potrebbe essere che l’esattore delle tasse ha pregato con molto più dolore, sincerità, umiltà, cadendo in ginocchio davanti a Dio e battendo il cuore, ha detto a se stesso: “Dio, sii misericordioso con me peccatore” – questa preghiera noi sacerdoti la diciamo tre volte prima di qualsiasi servizio nella nostra chiesa, anche prima della Divina Liturgia. Un’altra spiegazione del perché il pubblicano fosse più gradito a Dio del fariseo è che il pubblicano non si giustificava, vedeva la sua incapacità come uomo e si considerava un nulla senza il potere datogli da Dio. Il fariseo aveva una lunga lista di buone azioni che aveva compiuto, ma dalle quali Dio era stato rimosso; il fariseo aveva l’impressione che tutte le sue buone azioni le avesse compiute con i propri poteri umani e sembrava aspettarsi in qualche modo la ricompensa da Dio.

Invece, il pubblicano, riconoscendo i suoi peccati e la sua impotenza, essendo in uno stato di reala umiltà, fece comunque il grande passo di entrare nel tempio e chiedere perdono a Dio, nel quale aveva totale fiducia che lo avrebbe perdonato per i suoi peccati. Il fariseo trattava Dio come un suo pari, era in uno stato piuttosto freddo con Dio. Il pubblicano aveva un legame caldo con Dio, sapeva di essere assolutamente dipendente da Dio e che senza Dio non poteva fare nulla. Sembra che il fariseo stesso non avesse un rapporto stretto con Dio, si limitava a presentare le cose buone che faceva, mentre il pubblicano aveva un rapporto stretto con Dio, era davvero convinto che senza Dio lui era nulla.

Dio ha detto “Io sono Colui che sono”, quindi tutte le opere che facciamo hanno un legame con Lui. Non possiamo escludere Dio dalla nostra vita e prenderci il merito delle cose buone che sembriamo aver fatto. Quando ci concentriamo solo su quanto siamo coraggiosi solo per le cose buone che abbiamo fatto, allora escludiamo Dio dalla nostra vita, creiamo una frattura tra noi e Dio, e questa frattura è molto pericolosa. In questo tipo di rottura, nel Giardino del Paradiso, all’inizio dell’umanità, l’uomo cadde nel peccato primordiale venendo attaccato e tentato dal diavolo. La soluzione al peccato di Adamo era il pentimento stesso di questo pubblicano. Se Adamo avesse avuto il potere, dopo il suo peccato, di pronunciare queste parole: “O Dio, sii misericordioso con me peccatore”, allora il mondo di oggi sarebbe diverso. Ma Adamo si nascose, proprio come noi cerchiamo di nasconderci da Dio quando pecchiamo, cercando di ignorare Dio non venendo in chiesa, o mantenendo una fede new-age in cui pensiamo di non aver bisogno di andare in chiesa perché possiamo stare a casa la domenica o durante le feste religiose, considerando sufficiente la nostra fede interiore.        Ma ogni fede senza opere non è una vera fede.

È un errore pensare che per ottenere la salvezza sia sufficiente seguire una serie di regole e basta. Il Vangelo di oggi ci mostra che per ottenere la salvezza eterna dobbiamo avere una relazione stretta con Dio, e questa relazione si ottiene solo attraverso l’umiltà, sentendo la propria impotenza come essere umano a fare le cose e assumendo che Dio sta lavorando attraverso di noi, Dio dà tempo e guarigione al di sopra di tutti i nostri sforzi. La soluzione ai nostri tempi difficili che assomigliano ai tempi della fine è quella di tenersi stretti ai Santi Sacramenti. È questo che dobbiamo fare, peccatori come siamo tutti, venire in Chiesa, confessarci, confessare a Dio, ricevere la Santa Comunione, osservare I Santi Sacramenti, e solo così avremo una via di salvezza.

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Suntem in duminica Vamesului si Fariseului, prima duminica a Triodului care inseamna ca mai avem trei saptamani pregatitoare inainte de a incepe Postul Mare si alte sapte saptamani care fac parte din Postul Mare, al Pastelui. Aceste saptamani reprezinta cea mai puternica perioada din an din punct de vedere a rugaciunii. In toate aceste saptamani, Biserica ne invata cum sa ne rugam, cum sa postim de la mancare, cum sa facem sa nu mai gresim.

Aceasta perioada a Triodului este cea mai frumoasa perioada din calendarul liturgic, ea ne invata cum sa ne rugam, cum sa facem ca aceasta perioada a asteptarii Invierii Domnului sa aiba un folos in vietile noastre. Cuvantul Triod vine chiar de la aceste trei duminici de dinaintea de intrarea in post: duminica vamesului si a fariseului, duminica fiului risipitor si duminica Infricosatoarei Judecati. Pentru a simti un folos adevarat la sfarsitul Postului si pentru a primi cu adevarat bucuria Invierii Domnului, e nevoie sa traim si noi urmatoarele zece saptamani in conformitate, in legatura cu acest calendar bisericesc

La prima vedere, aceasta Evanghelie pe care am citit-o azi, pilda vamesului si a fariseului, ni se pare nedreapta. Nu putem intelege cum un om asa zis credincios precum fariseul, care parea ca e multumitor, parea ca se roaga, care postea, dadea zeciuala cuvenita Domnului, care se considera ca corect si drept, totusi nu a fost atat de primit de Dumnezeu precum a fost vamesul pacatos dar care se ruga cu multa pocainta si sinceritate. 

Stim despre vamesi ca erau niste oameni foarte pacatosi pentru ca ii neindreptateau pe multi oameni, distrugeau multe familii prin taxele pe care le impuneau la vama de multe ori in mod nedrept. Probabil ca asa era si acest vames din Evanghelie, facuse multe nedreptati la viata lui.

Asadar ne putem indrepta care este diferenta dintre cei doi? De ce rugaciunea vamesului a fost ascultata mai degraba decat rugaciunea fariseului?  O prima explicatie ar fi ca vamesul se ruga cu mult mai multa durere, sinceritate, smerenie, fiind cazut in genunchi inaintea lui Dumnezeu si batandu-se cu inima in piept isi spunea: „Dumnezeule, milostiv fii mie pacatosului” – aceasta rugaciune pe care noi preoti o rostim de trei ori inaintea oricari slujbe din biserica noastra, chiar si inaintea Sfintei Liturghii. Alta explicatie, pentru care vamesul a fost mai bineplacut lui Dumnezeu decat fariseul, este ca vamesul nu se justifica, vamesul isi vedea neputinta sa ca om, si considera ca el ca om este un nimic fara puterea data de la Dumnezeu. Fariseul isi intindea lista lunga cu faptele bune pe care le facea, dar din care era scos Dumnezeu, Fariseul avea impresia ca toate lucrarile sale bune, le facuse prin puterile proprii, umane si parca astepta intr-un fel rasplata de la Dumnezeu.

In schimb, vamesul, recunoscandu-si pacatele si neputinta lui, aflandu-se intr-o zdrobita stare de smerenie, totusi a facut marele pas de a intra in templu si de a cere iertare lui Dumnezeu in care avea incredere totala ca il va milui, il va ierta pentru pacatele sale. Fariseul il trata pe Dumnezeu ca de la egal la egal, era intr-o stare destul de rece cu Dumnezeu. Vamesul avea o legatura calda cu Dumnezeu, stia ca el depinde absolut de Dumnezeu si ca fara Dumnezeu el nu poate sa faca nimic. Se pare ca fariseul nu avea in sine o relatie stransa cu Dumnezeu, el doar isi prezenta lucrurile bune pe care le-a facut, pe cand vamesul avea o relatie stransa cu Dumnezeu, el chiar era convins ca fara Dumnezeu era un nimic.

Dumnezeu a spus „Eu sunt Cel ce sunt”, asadar toate lucrarile pe care le facem au o legatura cu El. Nu il putem exclude pe Dumnezeu din vietile noastre si sa ne arogam doar noua meritul si dreptul pentru realizarile bune pe care ni se pare ca le avem. Cand ne concentram doar pe cat de bravi suntem doar  pentru lucrurile bune pe care le-am facut, atunci il excludem pe Dumnezeu din viata noastra, facem o pauza intre noi si Dumnezeu, iar aceasta pauza este foarte periculoasa. In acest tip de pauza, in gradina Raiului, la inceputul omenirii, omul a cazut in pacatul primordial fiind atacat si ispitit de diavol. Solutia pacatului facut de Adam era insasi pocainta acestui vames. Daca Adam avea puterea dupa ce a facut pacatul sa rosteasca aceste cuvinte: „Dumnezeule, milostiv fii mie pacatosului”, atunci lumea de astazi era cu totul altfel. Insa, Adam s-a ascuns, asa cum noi incercam sa ne ascundem de Dumnezeu cand facem pacate, incercand sa il ignoram pe Dumnezeu, nevenind la biserica, sau rezumandu-ne la o credinta de tip new-age in care consideram ca nu e nevoie sa mergem la biserica pentru ca putem sta si acasa duminica sau la sarbatorile religioase, considerand destula credinta noastra interioara.        Insa orice credinta fara fapte, nu este de fapt o credinta adevarata.

Este o greseala sa credem ca pentru a dobandi mantuirea este de ajuns sa urmam un set de reguli si gata. Evanghelia de astazi ne arata, ca pentru a dobandi mantuirea vesnica este nevoie sa avem o relatie stransa cu Dumnezeu, iar aceasta relatie vine doar prin smerenie, prin simtirea neputintei tale ca om de a face lucrurile si prin asumarea ca Dumnezeu lucreaza prin noi, Dumnezeu daruieste timp si sanatate mai presus de orice straduinta a noastra. Solutia in vremurile noastre grele care seamana cu vremurile sfarsitului, este sa ne tinem aproape de Sfintele Taine. Asta trebuie sa facem, pacatosi, asa cum suntem toti, sa venim la Biserica, sa ne spovedim, sa primim dezlegare de la Dumnezeu, sa primim Sfanta Impartasanie, sa pretuim Sfintele Taine, si doar asa vom avea o cale de scapare.

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Bogdan Constantin

Bogdan Constantin