Ci si aspetta che la preghiera sia liberatoria: «Prego e sono libero da tutto…» Eppure, inizi a imbatterti nel demonio quando inizi a pregare. Ma, il demonio ti incontra non come schiavo, ma come uomo che resiste con la potenza di Dio data attraverso la preghiera, il digiuno, le opere buone. Il rinnovamento che tutti desideriamo in noi sta già cominciando. Questo rinnovamento ti avvicina a Dio. Lentamente ti rafforza in una battaglia con il tuo corpo attraverso il digiuno che a volte diventa difficile.
Conosco persone che mi dicono: “Padre, non ho mai sentito in cuore la preghiera”. Chiedo loro se pregano ogni giorno e rispondo che, sì, pregano ogni giorno, mattina e sera, leggendo il libro di preghiere, facendo gli acatisti. Persone che corrono per tutto il paese se sentono che c’è un’icona miracolosa, ma che dicono di non sentire in cuore la preghiera. Sono convinto che alcuni di loro sentano la preghiera più di me, ma affinché non si perdano Dio permette che non sentano questo utile canone. Perché solo questo semplice atto di preghiera è una grande cosa davanti a Dio.
A volte sei così stanco che non riesci a pregare. Non puoi concentrarti per dire quelle parole di salvezza. Credo che in quei momenti basti sedersi bene davanti all’icona e guardarla con amore e gratitudine e chiedere perdono dal profondo della propria anima del fatto che non si riesce a fare di più oggi, ma che non si abbandona, non si evita nemmeno la lotta, ma non può fare di più stasera. È un’umiltà speciale, se lo si fa con fede, e a volte questo stato di pentimento fa prendere forza all’anima
Ieroschimonaco Valerian Paslaru
abate del Monastero di San Filemone, Vâlcea