ITALIANO / ROMENO
Siamo nella domenica chiamata “Domenica della Cananea”, la diciassettesima domenica dopo Pentecoste, giorno in cui leggiamo il Vangelo che ricorda la storia dell’incontro tra il Salvatore Gesù Cristo e la donna cananea.
Prima di questo incontro, il Vangelo ci racconta che il Salvatore Gesù Cristo compì il miracolo della moltiplicazione dei pani nel deserto, quando nutrì diecimila persone con soli cinque pani e due pesci, che alla fine del pasto rimasero dodici ceste di briciole e che fu giudicato dai Giudei per non aver osservato i comandamenti dell’Antico Testamento e per non essersi lavato le mani prima del pasto, come era consuetudine tra i Giudei e come è consuetudine tra i Giudei di oggi. Invece di lasciarsi affascinare dal miracolo della moltiplicazione dei pani compiuto dal Salvatore, i Giudei erano attenti alle loro rigide idee. In questo contesto, il Salvatore Gesù Cristo, vedendo la ristrettezza della mentalità dei Giudei, disse loro questa parola: “Non è ciò che entra che macchia un uomo, ma ciò che esce macchia un uomo”. Lo disse per risvegliare nuovamente nelle loro menti la voce della coscienza, che è la voce di Dio. Vediamo che dappertutto nel Nuovo Testamento il Salvatore Gesù Cristo chiama gli apostoli e i discepoli, come noi, ad ascoltare la voce di coscienza che dice di dar da mangiare all’affamato, di dar da bere all’assetato, di dare attenzioni allo sfortunato e al triste, di assumere cioè azioni semplici che possiamo fare per chi ci sta accanto indipendentemente dalla sua etnia e dalla sua fede.
Ecco perché il Salvatore Gesù Cristo, quando incontrò questa donna cananea, le parlò all’inizio con un tono apparentemente duro, perché era circondato da ebrei che erano molto determinati ad accogliere nei loro cuori e nelle loro case solo gli “eletti” da Dio, cioè gli ebrei. E oggi, se si cammina per le strade di Gerusalemme e si dichiara di essere cristiano, si può ricevere parole di odio da parte degli ebrei ultraortodossi che vivono lì e che sono convinti di essere l’unico popolo di Dio. Il Salvatore parlò alla cananea in questo modo per risvegliare la coscienza degli ebrei, per svolgere un ruolo – possiamo dire – affinché gli ebrei si trovassero in questo brusco modo di pensare e si rendessero conto che Dio ci chiama ad accogliere nei nostri cuori tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro razza e dalla loro fede. Durante questo incontro, la donna continuava a gridare dietro al Salvatore, tanto che gli apostoli e i discepoli cominciarono a tranquillizzarsi e a supplicare il Salvatore, dicendo: “Aiutala, Signore, perché sta gridando dietro a noi”. Vediamo quindi che il Salvatore voleva prima ammorbidire il cuore degli Apostoli e dei discepoli e poi aiutare questa donna cananea. La donna cananea era certamente come tutti i cananei adoratori di idoli, motivo per cui non era ben vista dagli ebrei. Dopo che all’inizio le aveva risposto con un tono più duro, il Salvatore Cristo, vedendo la sua fede e la sua perseveranza, le disse alla fine: “O donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi”. E la figlia fu guarita dal Salvatore proprio mentre parlava con lei.
Nell’Epistola ai Corinzi, San Paolo dice che il Salvatore ha insegnato gli Apostoli, i discepoli, e insegna a tutti noi oggi, che dobbiamo “essere servi del Nuovo Testamento, non della lettera, ma dello spirito; perché la lettera uccide, ma lo spirito vivifica”. (II Cor 3, 6) Allo stesso modo, nel libro del profeta Ezechiele, Dio ci dice: “Vi darò un cuore nuovo e uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”. (Cap. 36:26) Il Salvatore invitava gli ebrei di quel tempo a obbedire alla legge della loro coscienza piuttosto che alla moltitudine di leggi che avevano costruito come un muro tra loro e gli uomini, tra loro e Dio in fondo. Il Salvatore Cristo invita loro, e noi, ad ascoltare la voce della coscienza che esiste ed è presente in ogni uomo, sia esso colto o non colto, povero o ricco, sano o malato. San Giovanni Crisostomo dice che non sarebbero stati scritti tanti libri dedicati alla vita spirituale se avessimo seguito la voce della coscienza.
La voce della coscienza ci parla quando qualcuno ci chiede aiuto e noi cerchiamo di darlo il più possibile, o quando qualcuno ci chiede del cibo e noi gli diamo almeno qualcosa – pochissimo – o quando qualcuno è malato e andiamo a trovarlo. Dio non ci chiede di dare tutto a chi ci chiede aiuto, ma è sufficiente dare qualcosa di ciò che si ha bisogno. La cosa più importante è avere un cuore aperto al dolore dell’altro. Questo è ciò che Cristo Salvatore cercava di insegnare a coloro che lo circondavano allora, ma anche a noi oggi. “Risvegliate la vostra coscienza!” – è il messaggio del Vangelo di oggi.
Dio ama coloro che ascoltano la voce della coscienza e ascolta le loro preghiere. Perché spesso siamo troppo rigidi nel nostro modo di pensare e di amare. Pensiamo che solo noi dobbiamo vivere su questa terra. E Dio vuole sempre mostrarci che questo pensiero e questa relazione sono sbagliati. Dio ci mostra e ci dice che se siamo misericordiosi con gli altri, Lui sarà misericordioso con noi. Se oggi attraversiamo prove e guerre, è perché abbiamo dimenticato questo comandamento del Salvatore di amare il nostro prossimo. Cerchiamo di accogliere tutte le persone nel nostro cuore, per poter pregare per loro, come Dio ci insegna.
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Suntem in duminica numita „A cananeencei”, in duminica a saptesprezecea dupa Rusali, zi in care citim evanghelia in care se aminteste despre intamplarea intalnirii dintre Mantuitorul Iisus Hristos si femeia cananeanca.
Inainte de aceasta intalnire, Evanghelia ne spune ca Mantuitorul Iisus Hristos a facut minunea inmultirii painilor in pustie cand a hranit zece mii de oameni doar cu cinci paini si doi pesti, incat la sfarsitul mesei au ramas douasprezece cosuri de firimituri si cand a cand a fost judecat de evrei ca nu pastreaza si nu tine poruncile Vechiului Testament si ca nu se spala pe maini inainte de masa, asa cum exista obiceiul printre iudei si asa cum exista si astazi acest obicei la evreii care traiesc astazi. In loc sa fie cuceriti de minunea inmultirii painilor pe care a facut-o Mantuitorul, iudeii erau atenti la ideile lor rigide. In acest context, vazand Mantuitorul Iisus Hristos ingustimea mintii iudeilor, le-a spus acest cuvant: „Nu ceea ce intra il spurca pe om, ci ceea ce iese il spurca pe om”. A spus acestea pentru a trezi inca o data in mintea lor vocea constiintei, adica glasul lui Dumnezeu. Vedem ca peste tot in Noul Testament, Mantuitorul Iisus Hristos ii cheama pe apostoli si pe ucenici, ca si pe noi de altfel, la ascultarea vocea constiintei care iti spune sa ii dai de mancare omului flamand, sa ii dai sa bea omului insetat,sa il mangai pe cel necajt si intristat, adica la asumarea unor fapte simple pe care le putem face pentru cel de langa noi indiferent de neam si credinta lui.
De aceea, Mantuitorul Iisus Hristos, cand S-a intalnit cu aceasta femeie cananeeanca, I-a vorbit la inceput acesteia pe un ton aparent aspru, pentru ca era inconjurat de iudei care erau foarte hotarati sa nu primeasca in inimile si casele lor decat pe cei „alesi” de Dumnezeu, adica pe iudei. Si astazi, daca mergi pe strazile Ierusalimului si afirmi ca esti crestin, te poti trezi cu vorbe urate din partea evreilor ultraortodocsi care traiesc in aceasta zona, si care sunt convinsi ca doar ei sunt poporul lui Dumnezeu. Mantuitorul a vorbit astfel femeii cananeence pentru ca sa trezeasca in iudei constiinta, a jucat un rol – putem spune, ca iudeii sa se regaseasca in acest mod abrupt de gandire si apoi sa isi dea seama ca Dumnezeu ne cheama sa primim in inima noastra pe tot omul, indiferent de neam si credinta. In timpul acestei intalniri, femeia tot striga in urma Mantuitorului, incat Apostolii si ucenicii au inceput sa se imblanzeasca si sa il roage pe Mantuitorul zicandu-I: „Ajut-o Doamne, ca striga in urma noastra”. Astfel, vedem ca Mantuitorul a dorit ca prima data sa se imbuneze inimile Apostolilor si ucenicilor si apoi sa o ajute pe aceasta femeie cananeanca. Femeia cananeanca era cu siguranta ca si toti cananeii inchinatori la idoli, de aceea nu era bine privita de catre evrei. Dupa ce la inceput, i-a raspuns pe un ton mai aspru, Mantuitorul Hristos, vazand credinta si staruinta ei, i-a spus la final: „O femeie, mare este credinta ta: fie tie dupa cum voiesti!” Si a tamaduit pe fiica ei chiar atunci cand a zis aceasta.
In Epistola catre Corinteni, Sfantul Apostol Pavel spune ca Mantuitorul i-a invatat pe Apostoli, pe ucenici si ne invata si astazi pe noi toti, ca trebuie „sa fim slujitori ai Noului Testament, nu ai literei, ci ai duhului; pentru că litera ucide, iar duhul face viu.” (II Cor 3, 6). Le fel si in Cartea profetului Iezechiel Dumnezeu ne spune: “Vă voi da inimă nouă şi duh nou vă voi da; voi lua din trupul vostru inima cea de piatră şi vă voi da inimă de carne.” (Cap 36, 26). Mantuitorul ii indemna pe evreii de atunci sa asculte mai degraba de legea constiintei lor, decat de multitudinea de legi pe care le cladisera ca un zid intre ei si oameni, intre ei si Dumnezeu pana la urma. Mantuitorul Hristos ii cheama si pe ei, dar si pe noi, sa ne ascultam glasul constiintei care exista si este la indemana oricarui om, indiferent daca este un om invatat sau neinvatat, sarac sau bogat, sanatos sau bolnav. Sfantul Ioan Gura de Aur spune ca nu ar fi fost nevoie neaparat sa fie atatea carti scrise despre dobandirea vietii duhovnicesti, daca ne-am fi urmat glasul constiintei.
Glasul constiintei iti sopteste atunci cand cineva iti cere ajutorul si tu incerci sa il oferi dupa masura posibilitatilor, sau cineva iti cere de mancare si tu ii dai si lui macar ceva – foarte putin, sau cand cineva e bolnav si te duci sa il vizitezi. Nu ne cere Dumenzeu sa le dam totul celor care ne cer ajutorul, ci e de ajuns daca le dai ceva din ce tie iti prisoseste. Cel mai important este ca noi sa avem inima deschisa catre durerea celuilalt. Aceasta incerca Mantuitorul Hristos sa ii invete pe cei care il inconjurau atunci, dar si pe noi cei de acum. „Trezeste-ti constiinta!” – este mesajul Evangheliei de astazi.
Dumnezeu iubeste pe cei care isi asculta acest glas al constiintei, si le asculta rugaciunile. Poate de multe ori ne intrebam de ce nu ne asculta Dumnezeu rugaciunile. Ei bine, si de aceasta. Pentru ca suntem de multe ori prea rigizi in gandirea si iubirea noastra. Credem ca doar noi trebuie sa locuim pe acest pamant. Iar Dumnezeu vrea mereu sa ne arate ca aceasta gandire si raportare este una gresita. Dumnezeu ne arata si ne spune ca daca suntem milostivi cu ceilalti oameni, si El se va milostivi fata de noi. Daca astazi trecem prin incercari si razboaie, este pentru ca am uitat aceasta porunca a Mantuitorului, de a iubi aproapele nostru. Sa incercam sa ii primim in inima noastra pe toti oamenii, sa putem sa ne rugam pentru ei, asa cum ne invata Dumnezeu.