Comunità Ortodossa

Cristo è risorto! La risurrezione del Signore: il dono più grande per l’uomo?

padre Bogdan Constantin Dincă
Con la Risurrezione celebriamo anche i doni che Dio ci ha fatto e il compiuto delle profezie, la fine di un intero percorso della storia umana, l’uomo viene assunto da Cristo che ha fatto cadere la legge della morte. La gioia della risurrezione non è solo uno stato emotivo per il fatto che il Signore è risorto, come i bambini hanno una gioia passeggera.
Questa legge di morte in cui l’uomo era caduto prima della risurrezione del Signore era uno stato infernale sulla terra. Dio, quando è venuto, ha preso su di sé nell’orto del Getsemani l’uomo fino alla fine, ha preso su di sé la sofferenza, il dolore, l’accusa, tutte le passioni dell’uomo, per conservarle nella luce della Risurrezione. Il Salvatore Gesu Cristo, pur essendo senza paura e senza peccato, si è fatto carico di queste sofferenze umane per mettere fine allo stato infernale che si era impadronito dell’uomo. Il Salvatore Cristo ha bruciato i peccati di morte, come accade quando riceviamo il Corpo e il Sangue del Salvatore Gesu Cristo, Egli brucia i peccati di cui ci siamo pentiti e che abbiamo confessato davanti a Dio attraverso la Santa Confessione. Così grande è il valore della Risurrezione del Signore. Le parole sono troppo poche per descrivere la grandezza della Risurrezione del Signore.
Nel giorno della Risurrezione, il Salvatore Gesu Cristo apparve agli Apostoli, soffiò su di loro e disse: “Prendete lo Spirito Santo; a chi perdonate i peccati, saranno perdonati, e a chi ritenete i peccati, saranno ritenuti”. (Giovanni 20:23)
La Risurrezione del Signore è la separazione del nuovo mondo dal vecchio mondo, del Nuovo Testamento dall’Antico Testamento. Pertanto, ora siamo chiamati a differenziarci dai peccati che tutti facciamo. Chi può dire di non avere peccati? Ma è proprio questo il potere che la Risurrezione del Signore ci ha dato, che ora possiamo differenziarci dai peccati che facciamo e dire: “Sì, ho fatto del male, ma non voglio più farlo. Sì, ho fatto il peccato, ma non sono il peccato”. Prima della Risurrezione del Signore, l’uomo era caduto sotto il peccato primordiale e i molti peccati che aveva commesso, ma tutti questi sono stati riscattati dal Signore Gesù Cristo con un grande prezzo.
La Risurrezione del Signore ci chiama ogni anno, ogni domenica, a ricordare il grande dono che il Signore ha fatto all’uomo e a ricordare che siamo chiamati a essere servi e figli di Dio il quale chiamiamo Padre con tutto il nostro essere.
Nel Catechismo egiziano si racconta che i discepoli si presentarono al avva Macario chiedendo: “Come dobbiamo pregare?”. Il vecchio rispose loro “non è necessario parlare molto, ma stendere spesso le mani e dire: Signore, come vuoi e come sai, abbi pietà”. Questo significa confidare veramente nel Signore. Lui ha vinto la morte, non noi. Egli ci rafforza e ci dà la salvezza, non siamo noi a “guadagnarci” la salvezza. Egli ci perdona e ci purifica dai nostri peccati, non siamo noi a “riscattare” i nostri innumerevoli peccati, come un tempo si credeva erroneamente in una chiesa cristiana. Senza Dio non siamo nulla, perché Lui ci ha detto: “Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5).
Dobbiamo solo avere una fede incrollabile nel Signore, riconoscere la potenza di Dio, separarci dai nostri peccati, non lasciarci confondere da essi, e chiedere la Sua misericordia in tutta la nostra vita. La festa delle feste, la risurrezione del Signore, ci ricorda che siamo il popolo di Dio al di sopra di ogni lingua e nazione. Le nazioni sono fugaci, ma il popolo di Dio non è fugace, è sempre vivo nella Chiesa di Dio. Oggi più che mai, soprattutto quando vediamo le guerre tra i nostri fratelli ortodossi, abbiamo il dovere di non limitarci ad appartenere alla nostra nazione, qualunque essa sia. La nostra nazione è soprattutto cristiana, ed è il nome di cristiano che dobbiamo portare con grande onore.
Padre Rafail Noica, eremita da trent’anni sui Monti Apuseni in Romania, ci dice che l’Ortodossia è la natura umana. Con la caduta, l’uomo è uscito dalla sua natura e Dio stesso è dovuto entrare nella storia dell’uomo, essere uomo, sperimentare tutte le nostre disgrazie e tutti i risultati della nostra caduta, sperimentare la nostra morte, passare attraverso l’inferno e lì Dio ha dato un solo colpo. Fino a lì Dio era stato mite come un agnello, ma lì l’Agnello ha distrutto le porte dell’inferno e, come cantiamo alla Risurrezione, con la Sua morte ha vinto la morte, ha compiuto qualcosa che il primo Adamo non sapeva e non poteva compiere, a causa della caduta. Ma con la Risurrezione, l’Ascensione e la Sua sede alla destra del Padre, ha percorso la strada che almeno un uomo avrebbe dovuto fare, e quindi in Cristo l’uomo è stato perfezionato e cambiato. Questo è il significato del Nuovo Testamento “*.
Vediamo che dopo la Risurrezione, il Salvatore Gesù Cristo non apparve a coloro che lo avevano crocifisso o a coloro che non lo volevano, ma apparve a coloro che lo amavano e che erano disperati per la Sua perdita. È apparso alle donne mirofore, agli apostoli e ai Suoi discepoli, perché Lo volevano con tutto il loro essere.
Digiunando, pregando, stando in chiesa e partecipando ai Santi Misteri della Chiesa, leggendo il Vangelo, dimostriamo che anche noi vogliamo il Salvatore Gesù Cristo nella nostra vita come lo volevano gli Apostoli, le donne mirofore e i discepoli. Senza la materializzazione della nostra fede, non è sufficiente vivere una fede personale e individualista, come è comune oggi. Limitarsi alla semplice visita alla Chiesa una volta all’anno è una misura straordinariamente piccola, e il Vangelo non ci dice che il Signore si Sia presentato dopo la Sua Risurrezione, per esempio, al popolo che lo glorificava all’ingresso di Gerusalemme, cantando “Osanna, Osanna”. Loro hanno effettivamente avuto un momento di glorificazione di Dio, ma quel momento non è stato sufficiente perché Cristo si presentasse a loro. Lo stesso vale per quelli che trovano il tempo per Dio solo una volta all’anno. In tempi di pace e libertà è opportuno cercare Dio più spesso nella Sua Chiesa. InvochiamoLo anche noi e accogliamo il Salvatore Gesù Cristo nei nostri cuori, restando con Lui e confidando solo in Lui! Cristo è risorto!

Bogdan Constantin

Bogdan Constantin